venerdì 9 marzo 2007

Ancora sugli U2 (seconda parte)

Siccome non ne so molto, per completare il discorso U2 sono andato sulla rete.
Fra la miriade di articoli sull'argomento sono arrivati a me questi:

(Tratto da U2:OLTRE LA MUSICA di Maurizio Carvezan,
letto su http://astrochiara.spaces.live.com/Blog/cns!39BF1887F9362C76!147.entry)

Si diceva una volta che il rock era la musica del diavolo. E forse qualcosa di vero c’era. Ma oggi la più grande rockstar del momento scrive prefazioni al libro dei Salmi: lui è un quarantenne dublinese che si fa chiamare Bono ed è il leader degli U2, forse la band di rock & roll più inventiva dell’ultimo ventennio. Non che la loro musica si possa targare, al contrario, "rock di dio". E per fortuna. Ma nel novembre ’99, alla consegna degli Mtv Awards Europe avvenuta a Dublino, si è assistito a un siparietto dai risvolti simbolici. Toccò proprio a Mick Jagger, leggendario leader dei Rolling Stone, consegnare il riconoscimento a Bono Vox. Il quale, davanti al pubblico della sua città, si concesse una battuta significativa: "Questo è il diavolo che premia dio". Niente più che una battuta, appunto. Ma rivelatrice della consapevolezza che la musica degli U2 contiene una carica a suo modo eversiva. Testi, interviste e scritti di Paul David Hewson, questo il vero nome di Bono, documentano la sorprendente testimonianza di uno spirito religioso e anticonformista: "Spiegare la fede è sempre stato difficile. Come si fa a spiegare un amore e una logica nel cuore dell’universo quando il mondo è così pieno di guasti? Spiegare la fede è impossibile... Visione più che visibilità... Istinto più che intelletto".

"Mia madre era protestante, mio padre cattolico, il fatto sarebbe stato irrilevante ovunque, salvo che in Irlanda... Dopo essere andato a messa in cima alla collina di Finglas, nella zona nord di Dublino, mio padre aspettava fuori della piccola cappella della chiesa anglicana d’Irlanda ai piedi della collina, dove mia madre aveva portato i suoi due figli... Io mi tenevo sveglio pensando alla figlia del pastore e lasciavo vagare lo sguardo per il technicolor delle vetrate. Quegli artigiani cristiani avevano inventato il cinema... luce proiettata attraverso il colore per raccontare la loro storia". In quegli anni la famiglia Hewson vive a Ballymon, uno dei quartieri più poveri di Dublino e Paul David frequenta il Mout Temple. Qui incontra Alison che qualche anno più tardi diventerà sua moglie.

"Salmi e inni sono stati il mio primo assaggio di musica ispirata" scrive ancora Bono. "Mi piacevano le parole, ma non ero sicuro delle melodie... Ricordo che venivano biascicati e cantilenati, più che cantati. Eppure, in uno strano modo, mi hanno preparato all’onestà di John Lennon, alla lingua barocca di Bob Dylan e Leonard Cohen, alla gola spiegata di Al Green e Stevie Wonder.
Quando ascolto questi cantanti, mi ricongiungo a una parte di me per la quale non ho spiegazioni... la mia anima, immagino. Parole e musica" continua Bono "hanno fatto per me ciò che solide, addirittura rigorose argomentazioni religiose non sono mai riuscite a fare, mi hanno introdotto a Dio, non alla fede in Dio, piuttosto a un senso tangibile di Dio".

...il cristianesimo di Bono Vox suscita ironia, disappunto, imbarazzo. Quasi sempre viene espunto dalle recensioni, dalle cronache dei concerti. I testi sono poco considerati, quasi mai citati. La critica passa ai raggi x le sonorità, l’intreccio degli strumenti, le stratificazioni ritmiche curate da Brian Eno e Daniel Lanois, autori di molte canzoni del gruppo irlandese, ma la terza dimensione della rockstar più atipica e anticonformista del momento rimane in penombra.

Per niente bigotto, moralista o spiritualeggiante, non ha guardie del corpo e non ama farsi scarrozzare in limousine nelle tournée. Per raccogliere l’invito al Pavarotti & Friends ha rifiutato il volo privato e si è presentato con The Edge e Brian Eno dopo un lungo viaggio su aerei di linea. "Un tempo l’idea che le Scritture pullulino di ladri, assassini, codardi, adulteri e mercenari mi spaventava, adesso è fonte di grande conforto".
Anche Alison, sua moglie, non è esattamente quella che s’immagina la donna di una grande rockstar. Impegnata nel Chernobil Children Project, va spesso a Chernobil e si dedica all’accoglienza di bambini malati. Nel 1985, sposati da poco, marito e moglie andarono a lavorare in un campo di pronto intervento in Etiopia a contatto diretto con la denutrizione, l’abbandono, la miseria più sconvolgente. "In quei momenti pensi che non dimenticherai mai - dice il cantante - poi invece dimentichi e ritorni a fare l’artista. Per me era inaccettabile".
Al 75esimo compleanno del padre Bobby, Bono aveva invitato tutti gli amici a festeggiare il suo vecchio al Clarence hotel di Dublino, un grande albergo di sua proprietà. Ma al mattino, per dargli il buongiorno, gli aveva fatto trovare i muri della città tappezzati da giganteschi manifesti con l’augurio "Buon compleanno, papà".
Questo è Bono, leader degli U2, "una band che ha sempre guardato oltre la musica". Una band che sotto le canzoni nasconde "quattro ragazzi in una stanza piena di malinconia".

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